• L’alcol come facilitatore nei rapporti sociali

L’assunzione di alcol da parte dei giovani, se gestita e controllata, può essere un fattore positivo per la socializzazione e per il mantenimento di sani rapporti amicali. “Andiamo a bere un bicchiere di vino o una birra” permette di incontrarsi e di conoscersi dal vivo, oltre il computer o il cellulare. L’alcol diventa quindi quello strumento che invita i giovani a stare in compagnia e a uscire dalla propria zona di comfort, fatta da divano, Netflix e plaid (negli ultimi due anni, causa pandemia, sono aumentati i giovani che faticano a uscire o che hanno paura di sperimentarsi in situazioni nuove).

Anche l’uso di alcol controllato dai genitori in un contesto familiare è gradito e non lascia grandi conseguenze sulla salute, migliora l’umore e favorisce un senso di appartenenza al gruppo.

  • Quando l’alcol diventa un ostacolo?

Diversi studi scientifici danno la seguente definizione di “dipendenza da alcol”.

La dipendenza alcolica, o alcolismo, è caratterizzata da un comportamento di ricerca compulsiva di bevande alcoliche e da assuefazione e tolleranza (per raggiungere un determinato effetto desiderato dall’individuo è costretto a bere quantità sempre maggiori di bevande alcoliche).

“Ricerca compulsiva” indica che non è sufficiente un bicchiere. Il giovane può sentire un vuoto dentro che cerca di colmare con l’assunzione di alcolici. Questo vuoto si riduce solo nel breve periodo, c’è in effetti un sollievo dai propri problemi e pensieri nell’immediato ma questo piacere effimero e temporaneo lascia ben presto il posto ad un senso di solitudine, impotenza e vergogna. Pertanto il dipendente da alcol sente un vuoto dentro ancora più grande e proverà a riempirlo con un maggior uso di alcolici in un circolo vizioso che si autoalimenta e dal quale è difficile uscirne (ma non impossibile).

In questi casi, i giovani non sono lucidi nel portare avanti i propri obiettivi e progetti di vita, sono facilmente irritabili e nervosi (soprattutto quando sono privi di alcol), tendono a circondarsi di persone che hanno il loro stesso atteggiamento e quindi creano (inconsapevolmente) un vuoto intorno a sé. Spesso i loro atteggiamenti non vengono compresi dai coetanei, anzi vengono giudicati per la mancanza di autocontrollo ed emarginati, come conseguenza.

  • E’ possibile uscirne! Come?

Il ragazzo, affetto da questa dipendenza, può rendersi conto in autonomia che sta esagerando e chiede aiuto ai genitori o a esperti nel settore. E’ un’opzione fattibile ma rara, purtroppo. La maggior parte delle volte, si vedono genitori che tentano in ogni modo di non esporre il figlio all’alcol, di controllarne l’assunzione in casa e questo può portare ad un’assunzione maggiore e sregolata quando si esce con gli amici, nel weekend.

Da soli è difficile uscirne, soprattutto se la dipendenza dura da almeno sei mesi. E’ consigliabile rivolgersi a centri specializzati nel settore che si trovano nella propria zona di residenza così da essere seguiti e guidati verso la via d’uscita.

Nel frattempo, i familiari e gli amici possono avere un atteggiamento accogliente e supportivo verso il giovane che non ha bisogno di sentirsi giudicato o isolato anche dalle persone per lui importanti. Ricordiamo che la dipendenza è l’esito di una sofferenza psicologica ed emotiva.

Se quest’articolo ti ha incuriosito/a e vuoi sapere come superare un momento difficile che tu (o un tuo familiare/amico) stai vivendo in questo momento, ti invito a contattarmi per prenotare una consulenza individuale.

Articolo scritto dalla Dott.ssa Loredana Cimmino – Psicologa e Psicoterapeuta